STORIA DI UN PARCO MAI NATO

mani nato

RICOSTRUZIONE STORICA – AREA DI VIA SCARUFFI

Nella parte terminale di Via Scaruffi il prg 74 prevedeva una urbanizzazione all’interno della quale erano comprese edificazioni e un’area (censita al mappale 124 foglio 217) destinata ad uso verde pubblico.

Nell’anno 1980 viene autorizzata l’urbanizzazione, costruite le case e l’area destinata   a verde pubblico viene effettivamente lasciata libera e disponibile, ma non ceduta o espropriata.

Nel 1982 il proprietario in una proposta di inserimento nel nuovo PRG chiede di trasformare la destinazione d’uso del terreno in questione da verde pubblico a zona residenziale di completamento con la motivazione che “essendo la sua estensione così esigua da non consentire l’allestimento di una zona verde interessante”.

Nel PRG adottato del 1984, senza che nessuna richiesta sia stata fatta l’amministrazione muta la destinazione d’uso di quel terreno da verde pubblico a verde privato, bocciando di fatto la richiesta della proprietà .

Nei 60 giorni di pubblicazione del piano vengono presentate delle osservazioni da parte del proprietario il quale   a partire dalla nuova destinazione d’uso e interpretando la volontà dei confinanti senza per altro consultarli, chiede la edificabilità dell’area con la motivazione che “è impensabile che gli insediamenti residenziali vicini possano acquisire questo mappale per dotarsi di maggiore superficie verde in quanto questi insediamenti sono isolati rispetto al mappale 124 e da una nuova strada e da un parcheggio” nella realtà quella divisione è un cortile interno a un condominio.

Di tale osservazione ne i confinanti ne la circoscrizione ne vengono messi al corrente anche se basata sulla loro intenzione ad i acquisire o meno il terreno.

Nell’approvazione del PRG l’osservazione viene accolta e il terreno viene destinato parzialmente ad edificazione senza che nessuno degli interessati ne fosse stato messo a conoscenza.

I presupposti per la duplice variazione, la prima immotivata, la seconda motivata sulle intenzioni altrui, sono di fatto infondate anche perché è dal1980 che gli abitanti del quartiere manutengono quelll’area che era originariamente destinata a verde pubblico.

La motivazione con la quale l’osservazione del proprietario viene accolta, insieme ad altre 140, è “in quanto propongono modifiche di zonizzazione di modeste entità e tali da poter essere considerate migliorative del disegno di PRG in quanto ne facilitano l’attuazione senza compromettere in alcun modo gli obiettivi e i pubblici interessi”.    Motivazione in netto contrasto con le linee guida del PRG 84 come da relazione di Venturi in consiglio comunale “Così il sistema generale dei collegamenti non si pone come astratto schema funzionale ma piuttosto come progetto di riorganizzazione della morfologia urbana che recupera gli elementi tradizionali della piazza, dello slargo, del viale alberato, e propone quelli moderni delle aree verdi attrezzate, delle aree per la sosta, dei percorsi pedonali delle piste ciclabili. Le stesse densità insediative del piano sono state ricavate dopo averle confrontate con i caratteri tipologici prevalenti e verificate con tipo di qualità urbana attendibile mediante gli elementi esistenti e progettasti, quali spazi verdi, attrezzature di servizio, parcheggi, percorsi attrezzati e naturalmente verificate anche con la possibilità di soddisfacimento degli standard dimensionali dei servizi a livello di quartiere”.

Nel frattempo il parco è nato e cresciuto, attrezzato, (“STORIA DI UN PARCO MAI NATO”) e sono partite le richieste di ripristino della destinazione d’uso sia da parte della circoscrizione sia da parte dei cittadini che dall’ASSOCIAZIONE IL GABBIANO.

Richieste ignorate nel PRG adottato 84 perché come tutte le osservazioni minori sono state demandate a successiva valutazione, è però palesemente manifesta la volontà dell’amministrazione di procedere alla soluzione del problema creatosi negli anni che nel bilancio di previsione del 1996 sono stati stanziati soldi per l’acquisto dell’area.

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