L’inquinamento ambientale può interessare l’aria che respiriamo, l’acqua, il suolo e gli alimenti. Qui ci limiteremo a fornire qualche indicazione sull’inquinamento dell’aria ed in particolare delle particelle sospese nell’aria (particolato, aerosol).
Cosa si intende per PM10, PM2.5, PM1 e particelle ultrafini?
Col termine PM10, PM2.5, PM1 si intende la massa delle particelle (aerosol) contenute in un metro cubo di aria, che hanno un diametro minore di 10, 2.5, ed 1 micron ( 1 micron = 1/1000 mm). (…..)
Inoltre si parla frequentemente di particelle ultrafini, che hanno un diametro minore di 0.1 micron.
Queste particelle possono essere emesse direttamente da molteplici sorgenti, quali i processi di combustione (autoveicoli, riscaldamento, attività industriale), nel qual caso si parla di aerosol primario. Si possono però formare anche in atmosfera con reazioni chimiche fra composti gassosi o vapori, emessi sia dalla attività umana (biossido di zolfo, ossidi di azoto) o da sorgenti naturali (terpeni emessi dalle piante).
Le particelle ultrafini costituiscono circa l’80% in numero delle particelle in un ambiente urbano, ma il loro contributo alla massa dell’aerosol è trascurabile, per le loro dimensioni estremamente piccole.
Il parametro utilizzato attualmente per la valutazione della qualità dell’aria, basato sulla concentrazione in massa del particolato (PM2.5, PM10), non è adeguato per monitorare gli effetti sulla salute determinati da queste particelle. Studi tossicologici ed epidemiologici evidenziano che la concentrazione in numero delle particelle ultrafini presenti nell’aria e la loro composizione chimica, è il più importante parametro per valutare il loro effetto sulla salute.
Perché le particelle ultrafini sono dannose per la popolazione?
Premesso che gli effetti negativi sulla salute non sono uguali per tutti e che bambini (i cui polmoni ancora in fase di sviluppo sono più suscettibili ad episodi infettivi bronchiali) ed anziani ne ricevono un danno maggiore, si possono distinguere effetti a breve termine (incremento della morbilità, dimostrata dall’incremento dei ricoveri ospedalieri; incremento della mortalità in presenza di un aumento del livello di inquinamento), oppure a lungo termine (per esempio danni permanenti all’apparato cardio-vascolare). Se si considera la zona dell’apparato respiratorio dotato di ciglia, le particelle possono essere in parte rimosse. Quindi una particella “grande” (> di 1 micron) che si deposita nelle vie respiratorie superiori può essere rimossa dalle ciglia, e non produce danni.
Le particelle ultrafini (ne inspiriamo ogni giorno circa 100 miliardi), si depositano nell’apparato respiratorio dell’uomo con elevata efficienza, sia nella regione extra-toracica (naso, bocca), che nella regione alveolare.
6 Gli alveoli polmonari non sono forniti di ciglia, e quindi le particelle depositate non vengono rimosse. Le particelle piccole hanno una elevata capacità di assorbimento di inquinanti, e nelle zone dove si depositano possono produrre effetti negativi (effetti infiammatori, tossici, mutageni). Inoltre possono passare nella circolazione sanguigna e raggiungere vari organi periferici (reni, fegato, vescica). Le particelle ultrafini depositate nella mucosa nasale possono trasferirsi attraverso i nervi olfattivi al cervello.
La patologia osservata a livello di mucosa nasale e cervello in soggetti esposti ad elevato inquinamento presenta analogie con la patologia di Alzheimer.
E’ stata evidenziata una associazione tra esposizione a lungo termine a traffico autoveicolare ed aterosclerosi.
Gli effetti negativi sulla salute sono più elevati per persone che vivono in prossimità di strade ad elevato traffico.
Come varia l’inquinamento dell’aria esterna ?
Non vi è uniformità dell’inquinamento dell’aria nel territorio provinciale, e ciò può essere confermato dal confronto tra i dati forniti dalle centraline di monitoraggio dell’ARPA, localizzate ad esempio a Febbio (stazione montana), e quelli nell’area urbana di Reggio. Vi sono però situazioni, che andrebbero approfondite, in cui i dati forniti dalle centraline appaiono anomali. Ad esempio la centralina di S.Rocco (Guastalla), classificata come “stazione rurale” ha registrato nel 2011 ben 72 giorni di superamento del valore limite del PM10 (50 microgrammi/ m3),
paragonabile al numero di superamenti in Viale Timavo (86), e maggiore dei valori della altre zone urbane di Reggio.
Nel corso del 2012, nel periodo gennaio-aprile, nelle stazioni di monitoraggio di Viale Timavo, S.Rocco, S.Lazzaro, i superamenti sono stati rispettivamente 57, 45, e 39, cioè si è già superato il valore massimo annuale (35) fissato dalla normativa.
Per quanto riguarda l’andamento annuale e giornaliero dell’inquinamento, si può dire che in generale in tutte le stazioni la concentrazione degli inquinanti è maggiore nel periodo invernale (tranne che per ozono) rispetto al periodo estivo, e che l’andamento giornaliero mostra valori più elevati verso le 7-8 del mattino, e le 19-20 serali. L’ozono invece ha i valori più elevati nelle ore di massima insolazione.
E’ importante l’inquinamento in ambienti chiusi?
Ai fini della valutazione dei danni alla salute va tenuto presente che ogni individuo nel corso della giornata trascorre il proprio tempo in ambienti diversi (abitazione, mezzi di trasporto, ambiente di lavoro, scuola, ecc.) e quindi gli inquinanti inspirati da una persona non coincidono con i valori medi misurati nell’ambiente dalle centraline. Si parla pertanto di “esposizione personale”.
Negli ambienti “chiusi” sopra citati possono essere presenti, oltre alle particelle ultrafini, composti gassosi e vapori, quali ossido di carbonio, biossido di azoto ed eventualmente benzene, naftalina, formaldeide. In ambiente domestico, oltre alle particelle e gas prodotti durante la cottura dei cibi, vanno considerati anche vapori emessi dai prodotti utilizzati per la pulizia. E’ evidente inoltre che in ambienti domestici il fumo di sigaretta dovrebbe essere assolutamente evitato.
Frequentemente negli ambienti chiusi, come evidenziato da ricerche pubblicate, le concentrazioni di alcuni inquinanti sono più elevati rispetto ai valori esterni. Questo vale anche per la maggior parte delle scuole, dove bambini e giovani trascorrono parecchie ore della giornata. Sarebbe pertanto importante localizzare gli edifici scolastici lontani da strade con traffico autoveicolare e dotarle di adeguati sistemi di ventilazione.
Gianni Santachiara