La gente di Reggio ha sempre fatto il vino e sempre l’ha bevuto. Ha coltivato la vite nel campo dietro casa e per secoli ha pigiato quel qualche quintale di uva per farne il vino da bere in famiglia. Poi si è affermato il vigneto specializzato, su grandi appezzamenti, applicando tecniche moderne di coltivazione. La piccola vigna si è così, pian piano, ritirata in angusti scampoli di suolo fino a diventare un esempio di “archeologia” rurale. Laddove è rimasto, il piccolo vigneto è diventato spesso “un luogo dell’anima” per chi lo ha coltivato negli anni, il luogo con la dimensione più vicina a quella della serenità e dell’equilibrio. (….)
La bellezza di una vigna antica è un premio per chi l’ha coltivata con amore, per chi sa guardala e per chi godrà dei suoi frutti. La vigna antica acquisisce un valore spirituale, raccontando i sacrifici e i lunghi anni dedicati alla sua cura, intrecciando la storia dell’uomo ai tralci che si avviluppano ai sostegni. Una vigna storica è ancora presente nella prima periferia della città. Lungo Via Lombroso, a pochi passi dal parco del Mauriziano una antica vigna, dopo alcuni anni di abbandono, è stata acquisita a proprietà comunale.. Un pezzo di agricoltura “storica” si è salvata dal processo di urbanizzazione, diventa una importante testimonianza della nostra cultura, del nostro paesaggio e delle nostre radici storiche. Come ogni cosa lasciata all’abbandono per molti anni, anche la vigna di Via Lombroso ha subito le ingiurie del tempo e dell’età. Ma ha resistito e, dopo una cura che le dovrà dare nuova vitalità, potrà tornare ad essere un patrimonio della nostra collettività ed un “museo” vivo della nostra storia.
La sua funzione sarà quella di far conoscere la coltivazione della vite secondo criteri del nostro passato, dare spazio alle scuole ed alle famiglie per fare esperienze di raccolta dell’uva e produzione del vino. Il primo parziale recupero della vigna di Via Lombroso è stato effettuato con l’intervento di potatura a spese del Comune e con il lavoro dei soci della nostra Associazione che ha impegnato l’opera di volontari per circa 60 ore di impegno. Ora si dovrà procedere al consolidamento o, dove necessario, dei sostegni della vite per rendere più fruibile lo spazio a chi vorrà vivere le grandi emozioni che la vite sa ancora dare. E’ un lavoro particolarmente importante che potrà effettivamente mettere la vigna in condizioni di essere vissuta da soggetti che la vogliono conoscere e amare.
Un anonimo, pieno di acume, un giorno ha scritto: “Per fare un buon vino occorre un folle per coltivare la vigna, un saggio per accudirla, un artista per lavorare il succo dell’uva, un amante per berlo, un poeta per cantarlo”.
Guardandoci bene intorno possiamo trovare anche fra i soci del Gabbiano tutte queste figure e tanti reggiani pronti a collaborare.
Edi Righi